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UNA ZUCCHERIERA NAPOLEONICA DA UN MUSEO POCO CONOSCIUTO
La Fondazione Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia
Originariamente sorta nell'immediata periferia a nord ovest di
Gorizia, Villa Coronini Cronberg oggi si trova nel cuore della città.
Eseguita probabilmente su progetto dell'architetto Giulio Baldigara
negli ultimissimi anni del XVI secolo, per conto di Carlo Zengraf, la
residenza è caratterizzata da un massiccio corpo centrale sviluppato su
tre piani, dal quale dipartono un'ala ottocentesca e un loggiato.
Oggi la Villa Coronini Cronberg sta
diventando un'importante realtà culturale non solo per la città di
Gorizia ma per l'intero Friuli Venezia Giulia.
La severa impostazione della facciata trova un motivo di ornamento
nel portico sorretto da quattro possenti colonne in diorite del II
secolo d.C. e nell'arioso loggiato scandito da due ordini di archi a
tutto sesto. Quest'ultimo collega la villa alla cappella gentilizia,
del XVII secolo, che custodisce il riposo degli ultimi discendenti
dei conti Coronini Cronberg. La famiglia, di origine bergamasca, si
è estinta nel settembre 1990 con la morte del conte Guglielmo
Coronini, uomo affascinante per la sua cultura poliedrica, dotato di
grande sensiblilità artistica e appassionato studioso e
collezionista. Per Gorizia è stato un personaggio di spicco,
distinguendosi per la sua preparazione storico artistica che
dimostrò in vari scritti e nell'organizzazione di importanti
rassegne. |
Dal
1990 la villa e le collezioni d'arte sono gestite dalla Fondazione
Palazzo Coronini Cronberg, l'ente morale sorto per sua volontà
testamentaria "il patrimonio storico ed artistico riunito nei secoli
dalla mia Famiglia, completato e ricostruito a mia cura, non deve
essere disperso, ma servire al pubblico godimento e all'educazione
culturale della collettività" recita un passo del suo testamento e
così continua "il palazzo Coronini Cronberg con l'annessa cappella
gentilizia (…) con tutto l'arredamento, mobili, quadri, sculture,
archivio, biblioteca e collezioni varie (…) insieme al parco (…)
costituiranno un complesso museale intangibile e inalterabile,
accessibile al pubblico, a perpetuo ricordo della mia Famiglia e ad
ornamento e attrattiva della mia città". |
L'alto pregio delle raccolte è testimoniato anche dal notevole
interesse manifestato da studiosi e turisti che dal 1992 hanno visitato
la dimora, che possiede la particolarità di conservare gli arredi
originali. Tra le sale arredate soprattutto con gusto settecentesco,
spiccano salotti veneziani in lacca del XVIII secolo e la Stanza di
Carlo X, dove il 6 novembre 1836 morì l'ultimo re di Francia, Carlo X
appunto, ospite dei Coronini durante il suo lungo peregrinare dopo
essere stato esiliato dal suo Paese.
Nelle sale si possono ammirare mobili in ebano e tartaruga, avorio e
lapislazzuli, specchi dorati, cineserie, quadri di antichi maestri come
Tiziano, Tintoretto, Rubens, J. Van Ruysdael e poi ancora importanti
nomi della pittura del XVII e XVIII secolo come Bernardo Strozzi, Vitore
Ghislandi, Alessandro Magnasco, Rosalba Carriera e Antonio Joli. Non
mancano rappresentanti dell'Ottocento italiano (Pompeo Mariani,
Guglielmo Ciardi, Angelo Inganni, Antonio Rotta), austriaco (A. Hans
Schram, J. Mathias Trenkwald) e francese (Leon Richet e Eugene Boudin).
Fra le arti decorative si incontrano preziose porcellane di Vienna,
Capodimonte e Meissen; pizzi e merletti, abiti d'epoca, armi, tappeti,
argenti, vetri e cristalli, monete e medaglie, reperti archeologici,
orologi e gioielli, disegni e stampe (fra cui Rembrandt, Durer, Tiziano,
Callot, Rosa, Bartolozzi e van Leyden).
Il patrimonio archivistico, invece, è composto da migliaia di documenti
che spaziano dal XIII e XX secolo; lo stesso vale per la biblioteca,
composta da volumi preziosi che vanno dal XV al XX secolo (salteri,
incunaboli, pergamene, manoscritti, cinquecentine, seicentine e
settecentine, libri di medicina ed erbari oltre che classici della
letteratura mondiale, saggi di giurisprudenza, storia, agronomia e
storia dell'arte, in varie lingue).
Il parco all'inglese, di quasi 5 ettari, che circonda la villa Coronini
è visitabile gratuitamente ogni giorno dall'alba al tramonto.
BIBLIOGRAFIA SULLA VILLA CORONINI E SULLE RACCOLTE D'ARTE
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Per informazioni: Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, Viale
XX Settembre 14, 34170 Gorizia
Telefono: 0481/533485, fax 0481/547222
Email:
fondazionecoronini@libero.it
Orario Uffici di Segreteria e Direzione: da lunedì a sabato dalle 8.00
alle 14.00
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La Fondazione Coronini Cronberg ha una collezione di più di
500 pezzi di argento Russo, Inglese, Tedesco, Austriaco, Danese,
Francese, oltre che, ovviamente, Italiano, di epoca che va dal XVII al
XX secolo.
In anteprima per i soci dell'ASCAS la Dr.ssa Serenella Ferrari
Benedetti, coordinatore culturale e la responsabile delle raccolte
d'arte della Fondazione Coronini Cronberg, presenta la scheda tecnica di
una interessante zuccheriera Veneziana di epoca Napoleonica.
La scheda fa parte della documentazione relativa al volume
Argenti da Tavola e Posate, serie Le collezioni della Fondazione Palazzo
Coronini Cronberg di Gorizia, catalogo a cura di C. Bragaglia Venuti, S.
Brazza, S. Ferrari Benedetti, L. Geroni, saggio introduttivo di Angela
Griseri, Torino in corso di pubblicazione
Oggetto: Zuccheriera
Inventario n.: 1918 (coppa); 3447 (coperchio)
Autore, provenienza, data: Bartolo Milani; Venezia; 1815 circa
Materia, tecnica: argento sbalzato; traforato; cesellato; elementi a
fusione
Misure: h. cm. 16,6; larghezza cm. 15,8; Ø cm. 12; coperchio: h. cm. 10
Marchi:
'Globo terrestre con lo zodiaco e i sette trioni' (marchio di
garanzia del titolo per i grossi lavori appartenenti alla bontà del 2°
titolo, 800/1000);
'Ornamento di poppa' (marchio territoriale di Venezia, capoluogo
del Dipartimento dell'Adriatico);
'Incudine' (marchio di garanzia del titolo per i lavori minuti
appartenenti alla bontà del 2° titolo, 800/1000);
'Lettera M un punto sopra e una linea orizzontale sotto' (marchio
dell'argentiere Bartolo Milani)
Bibliografia: Ottocento di Frontiera, pp. 219 e 223.
La
zuccheriera è realizzata a forma di coppa biansata con due prese
laterali originate da ampie volute vegetali terminanti ciascuna con
un fiore. Il piede quadrangolare, sorretto da quattro zampe leonine,
è traforato con archetti e motivi a pigna riproposti anche sulla
cornice superiore che corre lungo il bordo della coppa. Il fusto si
allarga alla base con un'enfiatura percorsa da una modanatura a
cordoncino, e si raccorda alla coppa con un gruppo di foglie
d'acanto.
L'esemplare manifesta una certa influenza orientale percepibile ad
esempio nei trafori ad archetti, una soluzione decorativa tipica
delle argenterie coeve ottomane ed è anche un saggio di vera bravura
dell'argentiere, che l'ha creata mediante un sapiente assemblaggio
di vari elementi: il piede, le due prese laterali, le sei foglioline
alla base della coppa e la figura di Napoleone, sono tutti avvitati
fra loro con grande maestria.
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Proprio il punzone dell'argentiere è stato quello che ha creato
maggiori difficoltà nell'opera di identificazione, in quanto
estremamente consunto e pertanto di difficile lettura. Alla fine, però,
il marchio è stato abbinato a quello dell'argentiere veneziano Bartolo
Milani, operante nei primi decenni del XIX secolo in San Silvestro al
civico 72.
Il coperchio, a forma di coppa rovesciata e decorato alla base da una
modanatura a cordoncino e alla sommità da una fascia con gigli incisi,
possiede un numero di inventario diverso da quello della zuccheriera
perché finora non era stata notata l'evidente attinenza tra i due
oggetti.
In un elenco di argenti redatto dal conte Guglielmo Coronini la
zuccheriera, infatti, compare senza alcun accenno al coperchio - "Coppa
impero Punzoni: globo con stelle, cometa (Italia 1810/76) Venezia idem
dg. 23" - che invece il nobiluomo associa ad un altro esemplare presente
nella collezione Coronini definendo la figura di Napoleone "moderna". La
zuccheriera in questione fu pubblicata per la prima volta nel 1995 ed
anche in tale circostanza fu segnalata come "priva del coperchio
solitamente a coppa rovesciata" (Ottocento di Frontiera 1995, p. 223).
Quindi né il conte Coronini né l'autore della scheda si erano accorti
del legame tra i due oggetti, al punto che il coperchio fu inserito nel
catalogo del 1995 con una scheda indipendente (IDEM, p. 219). La
restituzione del coperchio alla sua legittima "proprietaria" viene
pertanto proposta in questa sede grazie al fondamentale confronto con la
zuccheriera realizzata da Bartolomeo Valazza (DONAVER-DABBENE cit., p.
30, fig. 14/f), del tutto simile a quella della collezione Coronini
Cronberg ad eccezione di alcuni piccoli dettagli come il fastigio, che
al posto della figura di Napoleone raffigura "un mazzetto di fragili
fiorellini" (Ivi cit., p. 29).
La figura di Napoleone trova delle interessanti affinità, nella posa
assunta dal personaggio, con la figura in bronzo del generale francese
che funge da presa a un campanello in vetro opaline conservato al
Palazzo d'Arco di Mantova.
Serenella Ferrari Benedetti - 2004 -
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