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LUCERNE ITALIANE IN ARGENTO
(lampade ad olio)
Dopo molti secoli in cui la lampada ad olio era caduta in disuso, la
lucerna è divenuta nuovamente popolare intorno alla metà del XVIII
secolo nella forma di un manufatto in argento consistente in un
serbatoio di olio applicato ad un lungo stelo sostenuto da una larga
base normalmente zavorrata con una sagoma in legno. La produzione di
queste lampade fu però circoscritta all'Italia, soprattutto a Roma e
nello Stato Pontificio, con una produzione più limitata a Napoli,
Milano, Genova, Venezia e Firenze. Alcuni esemplari hanno anche punzoni
di Malta relativi ad una produzione probabilmente destinata a Napoli e
ad altre città dell'Italia meridionale.
All'inizio dell'800 il diffondersi del gusto neo-classico ha portato
alla produzione di lucerne con figure, nelle quali il serbatoio è
sorretto da figure umane (abbigliate soprattutto come gli antichi
egiziani), Divinità Greche e Romane (soprattutto Mercurio) e, in qualche
caso, animali.
La
maggior parte delle lampade era dotata di un paralume e avevano una
ricca dotazione di attrezzi per la manutenzione e lo spegnimento
della lampada pendenti da catenelle applicate sul fusto o sul
serbatoio. La produzione delle lucerne d'argento è cessata nel tardo
'800 allorchè si ebbero a disposizione sistemi di illuminazione più
efficienti, anche se una limitata produzione ad uso decorativo
sopravvisse nel XX secolo. Alcune di queste lucerne sono illustrate
nelle foto qui sotto. |
Roma 1807/1837, argentiere Vincenzo Bugarini. Quattro beccucci in
forma di teste di animale. Il paralume è decorato con lo stemma
della famigli Chigi. |
Roma, intorno al 1780, argentiere Vincenzo Belli. Paralume decorato
con due farfalle |
Roma,
intorno al 1835, puntale in forma di un angelo con uno scudo |
Roma, intorno al 1820, argentiere Filippo Pacetti. La lampada ha
parti fatte da altri argentieri, lo stelo è di Vincenzo Bugarini, il
paralume a forma di farfalla ha un punzone non chiaro, le pinzette
sono di G.L. Valadier, le forbici e lo spegnimoccolo sono di epoca
più tarda |
Roma, intorno al 1820, argentiere Vincenzo Parenti, forbici e
paralume di altri argentieri. La lampada ha un puntale a forma di
lira |
Genova, punzone del 1752. La lampada ha un serbatoio in cristallo.
L'uso del cristallo per il serbatoio della lucerna è tipico delle
lucerne genovesi. |
Roma, 1825, argentiere Girolamo Menazzi. Lo stelo ha la forma di una
colonna che sostiene il serbatio dell'olio con quattro beccucci in
forma di testa umana. La lampada ha le catenelle per sostenere gli
accessori di manutenzione |
Roma, 1830. serbatoio a beccuccio unico sostenuto da una figura su
un globo |
Roma, 1814, argentiere Antonio Mattei. Mercurio è stata una delle
divinità preferite ed è usata di frequente nelle lucerne "figurate". |
Roma, 1820, argentiere Roberto Tombesi. La figura femminile che
sostiene il serbatoio è in bronzo. Il paralume era coperto di
cartapecora (ora mancante) |
Roma, 1805, argentiere Antonio de Caporali. Argento, bronzo e marmi
policromi. Un tipico esempio dello stile "retour d'Egypte" diffusosi
dopo la campagna Napoleonica in Egitto |
Roma, 1810, argento e bronzo. Un altro esempio dello stile "retour
d'Egypte" |
Perugia, 1830, argentiere P.P. Rancini. Un Cupido alato sostiene il
serbatoio a beccuccio unico e il paralume a forma di farfalla |
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