by Andrea Menarini
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ARGENTO O SILVER PLATE?
Gli oggetti di argento massiccio, il più delle volte,
portano marchi di garanzia e così pure gli oggetti placcati
spesso hanno marchi riconoscibili come E.P.N.S oppure E.P.B.M. o
ancora Métal Blanc o Christofle o maillechort ecc..
Questa però non è una regola senza eccezioni e non è raro
trovare oggetti d’argento senza alcun marchio, o con marchi
sconosciuti, e, ancor più spesso, oggetti placcati senza alcun
marchio o con marchi di fantasia; come distinguere gli uni dagli
altri?
Si chiama comunemente silver plate un oggetto realizzato in
metallo non prezioso (metallo bianco, bronzo, più raramente
rame, ecc.) sul quale è stato riportato, mediante un processo di
elettrodeposizione, un sottile spessore di argento. Questo
spessore è davvero molto sottile, e di rado supera i 50 micron
(5 centesimi di millimetro), per cui, con l’uso e le ripetute
puliture, è destinato ad assottigliarsi continuamente, scoprendo
prima o poi il metallo sottostante, in particolare nelle parti
sporgenti o che più sono sottoposte ad usura.
Esiste in commercio un reagente per l’identificazione
dell’argento, composto da un acido forte (nitrico o solforico)
mescolato in opportune proporzioni con una soluzione di
bicromato di potassio. Una goccia di questo reagente di colore
giallastro, deposta su una superficie di argento, provoca una
reazione chimica che dà una colorazione rosso vivo (cromato
d’argento), questo accade solo se se la superficie è d’argento.
Si deve precisare che il reagente non è in grado di rilevare il
titolo, sia l’argento puro (999%) che le sue leghe (925 , 800 )
reagiranno circa nello stesso modo: con l’esperienza si potrà
notare una piccolissima differenza nella rapidità e intensità
della reazione. Con questo semplice test si può dunque
riconoscere l’argento dagli altri metalli, ad esempio alpacca,
metallo bianco e così via.
Come sopra detto, tuttavia, la superficie esterna di un oggetto
di silver plate è argento a tutti gli effetti, anche chimici, e
quindi il liquido, se deposto sulla superficie esterna darà
comunque la reazione rossa, sia su un oggetto di argento
massiccio, sia su uno di silver plate.
Per ottenere un risultato determinante, quindi, dovremo
asportare un piccolo spessore di metallo, con una lima sottile o
altro, ovviamente in un punto nascosto dell’oggetto, ad esempio
l’interno di un oggetto cavo, o sotto la base di appoggio o
comunque una zona in cui questa operazione non danneggi
l’estetica. Ricordiamo che lo spessore d’argento nel silver
plate è estremamente sottile e non occorre asportare un forte
spessore. Dopo aver fatto questa operazione ed aver pulito
accuratamente il punto che abbiamo scoperto, deporremo una
goccia di reagente sulla superficie: il colore rosso ci
confermerà che si tratta di argento massiccio, nessuna reazione
o un colore verdastro ci riveleranno che si tratta di silver
plate. In caso dubbio, ripetere la prova dopo aver pulito
accuratamente. La procedura è quindi leggermente invasiva, ma se
effettuata in un punto opportunamente scelto, non sarà
particolarmente dannosa. In ogni caso, per avere un risultato
valido è inevitabile asportare un piccolo strato del metallo
superficiale. Va anche detto che se l’oggetto è di argento
massiccio, si potrà, eliminare completamente ogni traccia
dell’operazione, carteggiando e lucidando la parte, mentre se è
di silver plate la traccia resterà.
Questo fatto è più importante quando si tratta di oggetti che
non hanno parti nascoste, come ad esempio le posate. Qualcuno
suggerisce di effettuare il test strisciando l’oggetto sulla
pietra di paragone, che può essere acquistata presso gli stessi
negozi che forniscono il reagente, facendo in modo da ottenere
due strisciate di metallo. La prima striscia può essere
ingannevole in quanto può contenere un certa quantità di argento
dell’argentatura superficiale, la seconda dovrebbe essere data
solo dal metallo sottostante. Si deporrà una goccia di reagente
sulla striscia e, come sopra, la presenza o meno della reazione
rossa confermerà se si tratta di argento massiccio. Questa
procedura è apparentemente meno invasiva, ma comporta comunque
la scopertura di una piccola zona del metallo sottostante.
E’ bene aggiungere qualche precisazione a questa esposizione di
massima.
Ricordiamo che il reagente è un prodotto chimico corrosivo e
tossico, che pertanto va tenuto fuori dalla portata dei bambini
e maneggiato sempre con attenzione, evitando il contatto con la
pelle e l’ingestione. Ricordiamo anche che come in ogni reazione
chimica, si richiede che le superfici siano pulite ed il
reagente usato così come viene venduto, senza aggiunte,
diluizioni ed evitando qualsiasi inquinamento.
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Questo prodotto è facilmente reperibile per
pochi euro presso tutti i negozi che trattano
articoli per orafi, ed anche su Internet (liquido
prova argento, test argento, reactif argent, silver
testing solution, ecc).
La confezione è molto diversa tra le varie ditte
produttrici, alcune ditte (U.S.A.) forniscono il
prodotto in una confezione simile a quella del
collirio, che è di gran lunga la più comoda e
consente di versare direttamente la goccia sul
pezzo, o sulla pietra di paragone, senza alcun
tramite, altre ditte in una fiala di vetro sottile,
che una volta spezzata si deve travasare in un
contenitore adatto, altre ancora, come ad esempio in
Italia, lo forniscono in un flacone dotato di una
palettina in plastica per prelevare il liquido: è
assolutamente necessario prelevare il liquido con un
utensile che non reagisca con gli acidi, di plastica
o vetro , mai di metallo.
E’ anche necessario pulire la palettina dopo ogni
uso per non introdurre inquinanti nel liquido.
Questa specifica confezione (Ditta REX), ha un grave
inconveniente dovuto alla fragilità del tappo, che
talvolta si fessura senza motivo apparente, ed è
quindi adatta solo ad un uso di laboratorio, dove il
flacone rimane verticale.
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A questo punto dovreste essere in grado di testare i vostri
oggetti e definire se siano o meno d’argento. Diverso è il
discorso se l’oggetto non è ancora vostro, e cioè se volete
testare un oggetto che intendete acquistare.
Se state comprando in un negozio specializzato, il test non è
necessario, ed avrete, oltre all’oggetto, una lezione gratuita
sulla sua storia. Se invece amate andare a caccia di occasioni
nei mercatini della domenica, un dose di sana prudenza non
guasterà. Se l’oggetto vi è stato garantito d’argento, ed avete
terminato la trattativa sul prezzo, potete educatamente chiedere
di effettuare il test, spiegando quello che dovrete fare, e
precisando che in caso di esito negativo non intendete fare
l’acquisto. Per mia esperienza è raro che il venditore si
opponga.
Portare con sè il reagente, tuttavia, esige qualche accortezza,
dato che una minima fuoriuscita, può rovinare i vostri vestiti
macchiandoli irrimediabilmente. Io, di solito, travaso, con
tutte le precauzioni del caso, il prodotto in un contenitore di
collirio vuoto, accuratamente lavato ed asciugato. Tuttavia
variazioni di temperatura e/o di pressione anche piccole, fanno
trasudare qualche goccia ed è comunque necessario, introdurre il
tutto in un ulteriore contenitore stagno, ad esempio un
sacchetto di plastica chiudibile.
NOTA Ho descritto il liquido al bicromato di potassio che in
Europa è probabilmente il più usato.
Altrove, ad esempio in oriente e Stati Uniti, viene anche usato
l’acido nitrico puro, di cui non ho esperienza diretta, che dà
reazioni di colore diverso :crema per l’argento sterling o
superiore, grigio per l’argento 800, colorazioni sempre più
tendenti al verde a mano a mano che il titolo cala. Questo
sistema avrebbe il vantaggio di dare anche una indicazione sul
titolo della lega. Anche in questo caso, però, vale il principio
di asportare un piccolo strato superficiale, dato che molto
spesso gli oggetti in lega 800, sono poi argentati al mille per
ottenere una maggiore brillantezza.
Sarebbe interessante avere notizie riguardanti questo altro tipo
di test da parte di un esperto.
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