ASCAS Association of Small Collectors of Antique Silver
ASSOCIATION OF SMALL COLLECTORS OF ANTIQUE SILVER
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English article # 154
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by Andrea Menarini
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ARGENTO O SILVER PLATE?

Gli oggetti di argento massiccio, il più delle volte, portano marchi di garanzia e così pure gli oggetti placcati spesso hanno marchi riconoscibili come E.P.N.S oppure E.P.B.M. o ancora Métal Blanc o Christofle o maillechort ecc..
Questa però non è una regola senza eccezioni e non è raro trovare oggetti d’argento senza alcun marchio, o con marchi sconosciuti, e, ancor più spesso, oggetti placcati senza alcun marchio o con marchi di fantasia; come distinguere gli uni dagli altri?

Si chiama comunemente silver plate un oggetto realizzato in metallo non prezioso (metallo bianco, bronzo, più raramente rame, ecc.) sul quale è stato riportato, mediante un processo di elettrodeposizione, un sottile spessore di argento. Questo spessore è davvero molto sottile, e di rado supera i 50 micron (5 centesimi di millimetro), per cui, con l’uso e le ripetute puliture, è destinato ad assottigliarsi continuamente, scoprendo prima o poi il metallo sottostante, in particolare nelle parti sporgenti o che più sono sottoposte ad usura.

Esiste in commercio un reagente per l’identificazione dell’argento, composto da un acido forte (nitrico o solforico) mescolato in opportune proporzioni con una soluzione di bicromato di potassio. Una goccia di questo reagente di colore giallastro, deposta su una superficie di argento, provoca una reazione chimica che dà una colorazione rosso vivo (cromato d’argento), questo accade solo se se la superficie è d’argento. Si deve precisare che il reagente non è in grado di rilevare il titolo, sia l’argento puro (999%) che le sue leghe (925 , 800 ) reagiranno circa nello stesso modo: con l’esperienza si potrà notare una piccolissima differenza nella rapidità e intensità della reazione. Con questo semplice test si può dunque riconoscere l’argento dagli altri metalli, ad esempio alpacca, metallo bianco e così via.

Come sopra detto, tuttavia, la superficie esterna di un oggetto di silver plate è argento a tutti gli effetti, anche chimici, e quindi il liquido, se deposto sulla superficie esterna darà comunque la reazione rossa, sia su un oggetto di argento massiccio, sia su uno di silver plate.

Per ottenere un risultato determinante, quindi, dovremo asportare un piccolo spessore di metallo, con una lima sottile o altro, ovviamente in un punto nascosto dell’oggetto, ad esempio l’interno di un oggetto cavo, o sotto la base di appoggio o comunque una zona in cui questa operazione non danneggi l’estetica. Ricordiamo che lo spessore d’argento nel silver plate è estremamente sottile e non occorre asportare un forte spessore. Dopo aver fatto questa operazione ed aver pulito accuratamente il punto che abbiamo scoperto, deporremo una goccia di reagente sulla superficie: il colore rosso ci confermerà che si tratta di argento massiccio, nessuna reazione o un colore verdastro ci riveleranno che si tratta di silver plate. In caso dubbio, ripetere la prova dopo aver pulito accuratamente. La procedura è quindi leggermente invasiva, ma se effettuata in un punto opportunamente scelto, non sarà particolarmente dannosa. In ogni caso, per avere un risultato valido è inevitabile asportare un piccolo strato del metallo superficiale. Va anche detto che se l’oggetto è di argento massiccio, si potrà, eliminare completamente ogni traccia dell’operazione, carteggiando e lucidando la parte, mentre se è di silver plate la traccia resterà.

Questo fatto è più importante quando si tratta di oggetti che non hanno parti nascoste, come ad esempio le posate. Qualcuno suggerisce di effettuare il test strisciando l’oggetto sulla pietra di paragone, che può essere acquistata presso gli stessi negozi che forniscono il reagente, facendo in modo da ottenere due strisciate di metallo. La prima striscia può essere ingannevole in quanto può contenere un certa quantità di argento dell’argentatura superficiale, la seconda dovrebbe essere data solo dal metallo sottostante. Si deporrà una goccia di reagente sulla striscia e, come sopra, la presenza o meno della reazione rossa confermerà se si tratta di argento massiccio. Questa procedura è apparentemente meno invasiva, ma comporta comunque la scopertura di una piccola zona del metallo sottostante.

E’ bene aggiungere qualche precisazione a questa esposizione di massima.

Ricordiamo che il reagente è un prodotto chimico corrosivo e tossico, che pertanto va tenuto fuori dalla portata dei bambini e maneggiato sempre con attenzione, evitando il contatto con la pelle e l’ingestione. Ricordiamo anche che come in ogni reazione chimica, si richiede che le superfici siano pulite ed il reagente usato così come viene venduto, senza aggiunte, diluizioni ed evitando qualsiasi inquinamento.
silver tester silver tester
Questo prodotto è facilmente reperibile per pochi euro presso tutti i negozi che trattano articoli per orafi, ed anche su Internet (liquido prova argento, test argento, reactif argent, silver testing solution, ecc).
La confezione è molto diversa tra le varie ditte produttrici, alcune ditte (U.S.A.) forniscono il prodotto in una confezione simile a quella del collirio, che è di gran lunga la più comoda e consente di versare direttamente la goccia sul pezzo, o sulla pietra di paragone, senza alcun tramite, altre ditte in una fiala di vetro sottile, che una volta spezzata si deve travasare in un contenitore adatto, altre ancora, come ad esempio in Italia, lo forniscono in un flacone dotato di una palettina in plastica per prelevare il liquido: è assolutamente necessario prelevare il liquido con un utensile che non reagisca con gli acidi, di plastica o vetro , mai di metallo.
E’ anche necessario pulire la palettina dopo ogni uso per non introdurre inquinanti nel liquido. Questa specifica confezione (Ditta REX), ha un grave inconveniente dovuto alla fragilità del tappo, che talvolta si fessura senza motivo apparente, ed è quindi adatta solo ad un uso di laboratorio, dove il flacone rimane verticale.
A questo punto dovreste essere in grado di testare i vostri oggetti e definire se siano o meno d’argento. Diverso è il discorso se l’oggetto non è ancora vostro, e cioè se volete testare un oggetto che intendete acquistare.
Se state comprando in un negozio specializzato, il test non è necessario, ed avrete, oltre all’oggetto, una lezione gratuita sulla sua storia. Se invece amate andare a caccia di occasioni nei mercatini della domenica, un dose di sana prudenza non guasterà. Se l’oggetto vi è stato garantito d’argento, ed avete terminato la trattativa sul prezzo, potete educatamente chiedere di effettuare il test, spiegando quello che dovrete fare, e precisando che in caso di esito negativo non intendete fare l’acquisto. Per mia esperienza è raro che il venditore si opponga.
Portare con sè il reagente, tuttavia, esige qualche accortezza, dato che una minima fuoriuscita, può rovinare i vostri vestiti macchiandoli irrimediabilmente. Io, di solito, travaso, con tutte le precauzioni del caso, il prodotto in un contenitore di collirio vuoto, accuratamente lavato ed asciugato. Tuttavia variazioni di temperatura e/o di pressione anche piccole, fanno trasudare qualche goccia ed è comunque necessario, introdurre il tutto in un ulteriore contenitore stagno, ad esempio un sacchetto di plastica chiudibile.


NOTA Ho descritto il liquido al bicromato di potassio che in Europa è probabilmente il più usato.
Altrove, ad esempio in oriente e Stati Uniti, viene anche usato l’acido nitrico puro, di cui non ho esperienza diretta, che dà reazioni di colore diverso :crema per l’argento sterling o superiore, grigio per l’argento 800, colorazioni sempre più tendenti al verde a mano a mano che il titolo cala. Questo sistema avrebbe il vantaggio di dare anche una indicazione sul titolo della lega. Anche in questo caso, però, vale il principio di asportare un piccolo strato superficiale, dato che molto spesso gli oggetti in lega 800, sono poi argentati al mille per ottenere una maggiore brillantezza.
Sarebbe interessante avere notizie riguardanti questo altro tipo di test da parte di un esperto.
Andrea Menarini
- 2012 -