by Giorgio
Busetto
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UN OGGETTO DI CUI SI E' DIMENTICATO L'USO
LO SCALDINO IN ARGENTO
Lo scaldino è
un recipiente in metallo, in terracotta o in maiolica
che, riempito di brace o cenere calda, era generalmente
tenuto in grembo per scaldarsi.
Lo scaldino era usato soprattutto dalle donne e questa
circostanza ha fatto sorgere in Olanda la credenza che
la donna potesse restare incinta semplicemente portando
sul grembo uno scaldino acceso.
Anche in Toscana, nell'antichità, era viva la credenza
che lo scaldino avesse questo potere quando la donna lo
teneva vicino al proprio corpo e sotto il vestito, ma in
questo caso il responsabile era un folletto alato che si
introduceva nel corpo della donna e la rendeva incinta (vedi
nota).
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un 'folletto' alato rende incinta la donna
con lo scaldino
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Sia gli
scaldini in maiolica che quelli in metallo avevano
all'interno un contenitore metallico per la brace, che
ne evitava il diretto contatto con la superficie
esterna. Gli scaldini in ceramica erano dipinti sui lati
e sul coperchio con ricche decorazioni floreali, scene
di genere o paesaggi.
Esistevano anche degli scaldini 'da letto', che, muniti
di un manico orizzontale in legno, venivano usati sotto
le coperte. In questo caso (almeno in Italia) le coperte
venivano tenute sollevate da un'apposita impalcatura per
evitare di bruciarle con il contatto diretto con lo
scaldino
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scaldino in ceramica 'famille-rose'
(XIX secolo)
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Esistevano
anche degli scaldini 'da letto', che, muniti di manico
orizzontale in legno, venivano usati sotto le coperte.
In questo caso (almeno in Italia) le coperte venivano
tenute sollevate da un'apposita impalcatura per evitare
di bruciarle con il contatto diretto con lo scaldino
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scaldino da letto Vittoriano in rame con
manico in legno e relativo supporto a protezione
delle coperte
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In Italia lo scaldino in argento era per lo più di forma ovale
irregolare con un coperchio a giorno traforato (i fori atti a
far passare il calore erano detti 'sfiatatoi'), piedini in legno
o metallo e un manico composto di volute laterali usualmente
assai elaborate e una manetta centrale in legno (esistono però
anche scaldini con manette in avorio).
Gli esempi artisticamente più pregevoli furono realizzati nel
XVIII e nel XIX secolo, con modelli che hanno seguito
l'evoluzione stilistica dell'epoca e con varie ornamentazioni a
fiori, festoni, foglie, cartelle, mascheroni, fasce di motivi
geometrici, che potevano essere incise, cesellate e talvolta con
zone a rilievo racchiudenti medaglioni.
In Italia lo scaldino fu un pezzo tipico delle più affermate
argenterie regionali, da Genova e Torino a Napoli e Roma.
Qui sotto è illustrata una selezione di scaldini prodotti in
Italia (Roma, Napoli, Firenze, Milano) tra la fine del '700 e la
prima metà dell'800.
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scaldino ovale
su quattro piedi a forma di foglia, interamente
traforato a motivi geometrici. Argentiere Lorenzo Zandonati,
Bologna, seconda metà XVIII secolo
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Argentiere Lorenzo Zandonati, Bologna,
seconda metà XVIII secolo
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scaldino di
forma circolare con godronature verticali, poggiante su
quattro piedi ferini. Il corpo è decorato a sbalzo con
motivi floreali, coperchio traforato e sfiatatoi a forma
di foglia, manico a doppia ansa con presa in legno.
Probabilmente Napoli, 1824/1832.
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probabilmente Napoli, 1824/1832
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scaldino di
forma ovale poggiante su quattro piedi ferini. Decorato
sul corpo con due fasce di foglie di acanto e fiori e
nastri. Le prese laterali sono zoomorfe e il coperchio è
completamente traforato con motivi floreali. Argentiere
Giannotti Angelo, Roma, 1824-1865
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Argentiere Giannotti Angelo, Roma, 1824-1865
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scaldino di
forma circolare poggiante su un piede circolare liscio
con all'interno il contenitore in rame per la brace. Il
corpo è decorato con una larga fascia di foglie. Il
coperchio è completamente traforato e munito di pomolo a
forma di bocciolo. Il manico, pieghevole, è minito di
manetta centrale in legno. Argentiere Menazzi Girolamo,
Roma, 1802-1835
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Argentiere Menazzi Girolamo, Roma, 1802-1835
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scaldino da
letto di forma circolare con lungo manico in legno
ebanizzato. Larga fascia sul corpo e sul coperchio
cesellata con volute e conchiglie. Il coperchio
traforato. Argentiere Biagio Giordano, Napoli, 1774-1793
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Argentiere Biagio Giordano, Napoli, 1774-1793
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scaldino da
letto di forma circolare con manico laterale in legno
Corpo privo di lavorazioni e coperchio traforato. Milano
circa 1820
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Milano, circa 1820
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scaldino di
forma ovale poggiante su una base decorata a perline,
manico basculante con presa in legno incernierato al
corpo con due teste di Medusa. Corpo con monogramma 'FO'
e motivi decorativi incisi. Coperchio traforato a
foglie. Argentiere Angelo Codacci, Firenze, 1773-1821
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Argentiere Angelo Codacci, Firenze, 1773-1821
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(nota) la tradizione della donna resa incinta dal fuoco
risale addirittura agli Etruschi ed è menzionata sia da Plinio
che da Livio. Essi riferiscono come la madre di Servio Tullio,
Ocresia (una prigioniera di guerra di nobili origini), fosse
stata fecondata dal fuoco del lare domestico, generando in tal
modo Servio Tullio, che, dopo la morte del suocero Tarquinio
Prisco, venne eletto VI re di Roma.
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