di Franco
Negrini e Francesca Rapposelli
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NOTE SULL'ARTE DEGLI OREFICI A MANTOVA
- seconda parte -
Nel 1786 durante la grande riforma politica e
amministrativa che investì tutta la struttura
istituzionale della Lombardia Austriaca, vi fu
l’abolizione delle antiche corporazioni artiere, ma
l’arte Orafa fu privilegiata da una particolare
attenzione.
A Mantova, speciali provvedimenti di polizia furono
adottati dall’intendente politico Gherardo d’Arco che il
25 settembre 1787 nominò in qualità di delegato degli
Orefici Giovanni Bellavite, incaricato quindi di
compilare, in conformità alle nuove disposizioni, nuovi
regolamenti che di fatto confermeranno alcune antiche
normative dell’Arte. Anche il mantenimento degli antichi
contrassegni persiste almeno sino al 1792, quando al
nuovo delegato degli Orefici Giacomo Antonio Bosio
(Mantova 1722 - Mantova 1798) si conferma la pratica di
bollare i manufatti con gli antichi simboli.
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Antichi punzoni tripunzonali in uso
a Mantova prima della riforma austriaca
del 1786
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Il 2 febbraio 1797 Mantova si arrese ai
francesi e, col trattato di Campoformio, venne
legata alla Repubblica Cisalpina. Nel 1805
Napoleone divenne Re del nuovo Regno d'Italia,
ed Eugenio Napoleone Beauharnais si insediò a
Palazzo Reale di Milano con la carica di viceré.
Su modello delle leggi francesi, il 25 dicembre
1810 venne varato dal Vicerè un nuovo
ordinamento per la lavorazione e il commercio di
lavori in oro o argento. Sono 110 articoli che
imposero un sistema tripunzonale di
certificazione con nuovi simboli.
In attuazione di questi articoli, furono
determinate tutte le forme dei punzoni da
adottarsi sia per certificare le leghe del
metallo, sia per indicare l'ubicazione
dell'ufficio di garanzia. Per accertare la bontà
della lega di 800 millesimi sarà coniato il
punzone con l'impronto dell'ettagono e nel mezzo
il mondo contornato dalle sette stelle dell'Orsa
Maggiore, ovvero lo zodiaco con i sette trioni.
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Tavola dei "Disegni dei Punzoni di
Garanzia dell'Oro e dell'Argento"
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A Mantova, come contrassegno territoriale,
fu assegnato il simbolo del Cigno natante, ma
con un nuovo decreto, datato 14 febbraio 1812,
gli uffici saranno attivati nelle sole città di
Milano, Venezia, Bologna, Ancona, Verona e
Brescia. Mantova e il suo cigno dovranno
aspettare.
Secondo gli ordinamenti del 1812 gli orafi
mantovani erano quindi obbligati a bollare le
loro manifatture a Verona e, nonostante le
numerose petizioni inviate dagli orafi mantovani
alle autorità, fu sempre respinta la richiesta
di attivare l'ufficio per il bollo a Mantova.
Anzi, le difficoltà aumentarono nel 1814,
quando, con la seconda dominazione Austriaca e
la ridefinizione dei confini, gli orefici
mantovani dovettero affrontare ulteriori
distanze per poter adempiere alle normative di
certificazione.
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Questa situazione incise profondamente sul numero
dei laboratori orafi poiché molti orefici dovettero
decidere di trasformarsi in commercianti, preferendo
acquistare sui mercati o alle fiere manufatti già
contrassegnati dai rispettivi bolli di origine.
A Mantova si conservano pochi argenti mantovani
riconducibili a questi anni. Frequenti sono piuttosto le
manifatture milanesi, bresciane o venete.
Vediamo l’esempio di un cucchiaino che reca sulla parte
posteriore del manico i 3 marchi: il bollo con il globo
con lo zodiaco per il titolo 800 della lega; l’Aratro
assegnato all’ufficio di garanzia di Milano; e il bollo
della bottega di Gio Battista Sala con l’insegna delle
due spade con corona e le iniziali GBS.
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Cucchiaino in argento 800/1000 con
il contrassegno territoriale di Milano e
bollo della bottega di Gio Battista Sala
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Rilevante fu anche la produzione bresciana nella
provincia di Mantova. L’ufficio di garanzia di Brescia
certificava le proprie opere con il simbolo della
cuspide di lancia, come possiamo rilevare in un
cucchiaino prodotto nella bottega di Domenico Roveglia
che nel 1812 aveva depositato la piastrina del punzone
con le lettere DR e il simbolo della pianticella
(nota 1)).
In questo caso, il Globo con lo zodiaco è sostituito dal
simbolo dell’incudine, adottato a garanzia della lega
d’argento di oggetti minuti.
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Cucchiaino in argento 800/1000 con il
contrassegno territoriale di Brescia e bollo
della bottega di Domenico Roveglia
In questo caso, il Globo con lo zodiaco è
sostituito dal simbolo dell'incudine,
adottato a garanzia della lega d'argento di
oggetti minuti
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Le suppliche degli orafi mantovani furono esaudite
solo nel 1831, quando, con una pubblica grida venne
istituito anche a Mantova l’Ufficio delegato per il
bollo, ripristinando così anche un simbolo: il Cigno
natante (nota 2).
In seguito a queste considerazioni è ragionevole
ritenere che manufatti d’argento conservati a Mantova
contrassegnati con il solo marchio di bottega, siano
stati prodotti in un arco di tempo che va dal 1810 al
1830.
Costituisce un esempio la posata dell’orafo mantovano
Luigi Martelletti (Mantova 1775 - Mantova 1852)
contrassegnata sul retro dell’asta solo dal bollo con
l’immagine dell’Agnello con Croce, stemma di San
Giovanni Battista, e l’iniziale del cognome M, che
possiamo confrontare con il punzone impresso sulla
piastrina notificata nel 1811
(nota 3)
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Cucchiaino in argento dell'orafo
mantovano Luigi Martelletti contrassegnato
solo dal bollo della bottega
(a destra l'immagine del bollo sulla
piastrina depositata nel 1811)
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Anche il cucchiaio sul quale è stato
rinvenuto il punzone del Cigno natante, ha la
forma e la decorazione propria delle posate in
uso sin dalla prima metà del secolo XVIII
secondo un modello frequente nella produzione
veneziana alla quale spesso gli argentieri
mantovani facevano riferimento sia per il
disegno degli oggetti sia per gli ornati
(nota 4).
L'asta, per l'impugnatura, caratterizzata dalla
evoluzione della forma stilizzata di origine
francese "a violino" per la sua so miglianza con
il profilo dello strumento musicale, si rastrema
verso la spatola di forma ovale e marcatamente
concava, ed è segnata lungo il bordo da un
leggero rialzo a guisa di cornice, come se le
fosse sovrapposta una seconda asta.
Entrambe sono decorate, nella parte terminale,
da conchiglia stilizzata con contorno trilobato.
Sul retro dell'asta, ben marcato, il punzone con
il cigno natante, mentre abraso è quello
personale dell'argentiere; è pure presente il
punzone che certifica la bontà della lega
impiegata: l'ettagono con le sette stelle.
Nella parte superiore, sul retro dell'asta sono
incise le lettere iniziali del committente: IAF.
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NOTE
(1) R. Massa, Orafi e
argentieri bresciani nei secoli XVIII e XIX, Brescia
1988, p 113
(2) Il simbolo del Cigno
natante, prescritto nel Reale decreto del 25 dicembre
1810, e il sistema tripunzonale mantovano, come quello
in uso nelle altre città italiane, sarà abrogato dalla
legge del 2 maggio 1872 del nuovo regno d’Italia. V.
Donaver-R. Dabbene, Argenti italiani dell’800, vol.
I, Punzoni di Garanzia degli Stati Italiani, Milano
1987, p. 14; S. Barraja, I marchi degli argentieri e
orafi di Palermo dal XVII secolo ad oggi, Palermo
1996. Silvano Barraja riporta in appendice i decreti
legislativi sulla fabbricazione e il commercio degli
oggetti d’oro e d’argento compresa la legge del 2 maggio
1872 n. 806, il decreto del 15 dicembre 1872, la legge
del 5 febbraio 1934 n. 305, il decreto legislativo del
26 ottobre 1944 n. 313, la legge del 30 gennaio 1968 n.
46 e il D.P.R. del 30 dicembre 1970 n. 1496. Quest’ultimo
Decreto del Presidente della Repubblica sarà ripreso dal
D.P.R del 30 maggio 2002 n. 150, in vigore ancora oggi.
(3) Cfr. F. Rapposelli,
Repertorio degli orefici mantovani. Maestri, botteghe e
punzoni dal XVII al XIX secolo, in d’Oro e
d’Argento, Castel Goffredo 2006, p. 178
(4) Cfr. F. Negrini,
Servizio di posate, in d’Oro e d’Argento,
Castel Goffredo 2006, p. 142
Franco Negrini e Francesca Rapposelli
- 2008 -
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Francesca Rapposelli è la curatrice del
volume "d'Oro e d'Argento - Giovanni Bellavite e
gli Argentieri Mantovani del Settecento" di cui
è coautore anche il Prof. Negrini
Il volume è stato edito in occasione della
Mostra presentata dal Gruppo San Luca Onlus,
Castel Goffredo, 19 Marzo - 18 Giugno 2006 e
contiene anche il "Repertorio degli orefici
mantovani. Maestri, botteghe e punzoni dal XVII
al XIX secolo"
Per informazioni su questo volume, contattare
Corrado Bocchi: bocchi@email.it
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