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UNA COPPA D'ARGENTO DALL'ANTICA ROMA
'SKYPHOS' (SCYPHUS)
Fredric Sinfield continua la sua collaborazione con l'ASCAS
presentando un altro interessante pezzo di argenteria. In questo caso di
tratta di:
'...una coppa
d'argento larga 175 mm. compresi i manici, alta 110 mm. e pesante
535 grammi decorata a sbalzo con foglie e bacche di edera.
Sotto uno dei manici ci sono due punzoni, uno è quello con la mitria
e le chiavi di S.Pietro incrociate usato nello Stato Pontificio.
L'altro è invece difficile da decifrare.
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coppa d'argento: riproduzione del XIX
secolo da un antico modello romano
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La coppa è una riproduzione
del tardo '800 da un originale Greco-Romano, probabilmente rinvenuto
in un sito archeologico in Italia e conservato in un museo di Roma.
Si tratta certamente di un oggetto destinato ai turisti del 'grand
tour' (nota 1).
Ignoro sia il nome dell'argentiere sia quanti di questi oggetti
furono prodotti.
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coppa d'argento decorata con foglie e bacche di edera
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punzoni
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Stato Pontificio: punzone con mitria e chiavi incrociate
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punzone: G??D entro una losanga
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Anche Barnards &
Sons di Londra (nota 2) ha fatto pezzi analoghi (ne esistono
con punzone del 1884) e nel libro 'The History of Silver' c'è una
coppa conservata nel Museo di Saint Germain en Laye con analoghe
decorazioni sulla base.
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coppa d'argento conservata nel Museo di
Saint Germain en Laye (da 'The History of Silver')
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Le decorazioni della coppa sono ispirate
all'uso cui essa era destinata, in quanto l'edera era dedicata al dio
Bacco, che spesso veniva rappresentato con il capo cinto da una corona
di grappoli d'uva e di edera, ritenuta un rimedio contro gli effetti
negativi dell'abuso di vino.
Non ho provato la ricetta, consistente nel bollire nel vino alcune
foglie di edera, ma la soluzione più efficace è di fare un uso moderato
dell'alcol....'
Fred Sinfield
note
(1) i nobili del XVIII e XIX secolo completavano la loro educazione con
un viaggio attraverso l'Europa, chiamato 'Grand tour'. Esso poteva
durare da qualche mese a qualche anno. Pertanto il 'Grand tour' poteva
essere intrapreso solo da chi aveva una larga disponibilità sia di tempo
che di denaro. Durante il viaggio i giovani imparavano a conoscere la
politica, la cultura e l'arte dei paesi che visitavano.
La principale meta del 'Grand tour' era l'Italia ed il suo patrimonio di
cultura e di antichità romane, oggetto in quell'epoca di grande
ammirazione. Gli inglesi in particolare erano attirati dall'Italia per
il loro amore delle antichità e dal desiderio di vedere di persona i
monumenti dell'antica civiltà romana, come il Colosseo a Roma, e le sue
meraviglie naturali, come l'eruzione del Vesuvio ed i suoi scavi
archeologici di Pompei ed Ercolano.
(2) una delle più antiche ditte inglesi. Nota come Edward Barnard & Sons
dal 1829 al 1910 e poi come Barnard & Son Ltd.
Pur trattandosi di una riproduzione ottocentesca tratta da un originale
dell'antica Roma, questa coppa resta comunque un eccellente esempio di
tecnica di lavorazione dell'argento.
Ho cercato pertanto di identificarne con maggior precisione i punzoni.
Questi sono i risultati:
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Stato Pontificio: mitria
papale e chiavi incrociate
bollo per lavori minuti per il titolo a 889 millesimi in uso dal
1815 al 20.9.1870
(punzone n. 156: Argenti Italiani dell'Ottocento vol. 1°- V.Donaver
- R. Dabbene) |
L'altro punzone risulta di difficile lettura. Sembra trattarsi di una
losanga con all'interno le lettere G??D.
La losanga con all'interno numeri e lettere dell'alfabeto è un simbolo
molto usato dagli argentieri attivi a Roma nell'800. Eccone alcuni
esempi:
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G48B Baccani Giovanni - 1839-1844
G140B Boroni Giuseppe - 1797-1830
GI2C - Cellini Giosafat - 1767-1820
G15c Costaggini Giovacchino - 1790 - 1839
G28C Contini Gaetano II - 1821 . 1830
G37C Colein Giuseppe - 1843 - 1846
G46C Croce Giuseppe - 1781 - 1818
G152C Castellacci Girolamo - 1792 - 1816
G77D D'Achille Giovanni - 1819 - 1865
G103D Diotallevi Gregorio - 1815 - 1854 (il '3' è rovescio)
G50E Elmi Giuseppe - 1801 - 1834
G155F Ferrari Giuseppe - 1856 - 1860
G57G Grandi Giovanni Battista - 1835 - 1855
G12M Milani Giovanni Battista - 1853 - 1870
G27M Giuseppe Mazzini - 1804 - 1837
G112M Menazzi Girolamo - 1802 - 1835
G132M Miller Giuseppe - 1764 - 1818
G134M Mercandetti Giovanni - 1782 - 1834
GM94P Pelliccioni Giovanni Maria - 1784 - 1820
G43N Nobler Gaspare - 1842 - 1858
G51N Nicolai Giuseppe - 1793 - 1825
G53N Nelli Giuseppe II - 1826 - 1873
G4P Pollini Giuseppe - 1809 - 1862
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La tavola è tratta da Argenti Italiani dell'Ottocento vol. 2°-
V.Donaver - R. Dabbene, ma la mia impressione è che il punzone della
coppa non corrisponde a nessuno di questi.
A questo punto mi sono posto un'altra domanda: come era chiamato
nell'antichità questo tipo di coppa?
La mia prima idea era che si trattasse di un 'kantharos' analogo
a quelli che avevo visto (e fotografato) qualche mese fa nella mostra
'Convivium' allestita a Ravenna nella Domus del Triclinio.
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descrizione di alcune opere esposte alla Mostra 'Convivium'
al punto 1 e 2 sono descritti i due 'kantaros'
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Però, anche se l'aspetto generale è molto simile, la forma dei manici
è diversa e questo mi ha indotto ad allargare la mia ricerca.
Mi sono ricordato allora di aver acquistato in una libreria antiquaria
un fascicolo intitolato 'ANNALI CIVILI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE',
stampato a Napoli nel 1836 e che contiene una relazione su 'DI
QUATTORDICI VASI D'ARGENTO DISSOTTERATI IN POMPEI NEL MDCCCXXXV (1835)'.
L'articolo, firmato B.*** Q.*** (B. Quaranta) descrive in un italiano
un po' aulico le circostanze del ritrovamento dei 14 vasi d'argento e dà
una dettagliata descrizione degli oggetti, scrivendo tra l'altro:
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'....chiamerò Scifi i
quattro indorati che assomigliano alla coppa di un calice, fornita
di picciola base e dilicati manichi, quantunque ne' primi due sieno
diversi da que' degli altri (a).
E di vero lo scifo ci viene descritto qual vaso rotondo ed alto,
angusto alquanto al di sotto ed orecchiuto ancora, come dice
Simonide..... '
(a) Ognuno degl'istoriai pesa once 24 napolitane, è alto once 6
1/2 fino alla sommità dei manichi, once 5 1/2 fino alla bocca, e
largo nell'estremità della bocca once 7 1/2 compresovi lo sporto de'
manichi, senza di questo once 5.
Di quelli poi circondati d'edera ognuno pesa once 18 1/2 è alto once
5, e largo nelle estremità della bocca once 8 1/2 compresovi lo
sporto dei manichi, senza questo once 8. (nota 1)
I nostri lettori troveranno rappresentati i due primi, come i più
belli, nelle tavole aggiunte alla nostra scrittura, tavole disegnate
ed intagliate in rame dal valentissimo Signor Giuseppe Marsigli,
professore onorario della Reale Accademia di Belle Arti, il cui
sapere nel ritrarre fedelmente dell'antico è abbastanza conosciuto.
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kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini -
Tavola prima
incisione di Giuseppe Marsigli pubblicata su Annali Civici - Napoli
1836
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kantharos: argento sbalzato con scena di
centauri ed amorini - Tavola seconda
incisione di Giuseppe Marsigli pubblicata su Annali Civici - Napoli
1836
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Anche se l'indicazione non è del tutto corretta (i due vasi con
'sporto de manichi' sono dei 'kantharos'), l'uso del termine 'scifi' mi
ha permesso di individuare la corretta definizione di 'skyphos' per quei
vasi che...
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....Simili a questi per grandezza e forma sono due altri scifi,
se non che hanno i manichi tali da poter riuscire più comodi
ficcandovi un dito, e per figure non altro che foglie d'edera con
tanta grazia avvoltevi intorno, da parere che aspettino un solo
spirar di vento per muoversi.
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Gli artisti ricordavano con questo
ornamento il costume che avevasi d'inghirlandare i vasi da bere con
serti di fronde e di fiori. E questi serti solevano essere d'ellera,
poichè in essa i corimbi mescolati alle foglie formano graziosissimo
fregio. Del quale erano decorate e la tazza promessa dal capraio di
Teocrito a Tirsi se avesse cantato Dafni, ed il famigerato vaso di
Alcimedonte descritto da Virgilio. Credevasi ancora che l'edera
potendo calmare i dolori del capo, fosse di amuleto agli smodati
bevitori. Perciocchè sebbene Ammonio e Trifone avessero dubitato se
ella era di caldo o di freddo apportatrice; pure da Plutarco
sappiamo che Bacco fu creduto medico appunto per avere il primo
insegnato ad inghirlandarsi con l'edera la cui freschezza
allontanava il soverchio calore del vino....
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L'esatta denominazione della coppa di Fredric Sinfield è quindi 'skyphos'
(scyphus) e, per di più, è lavorata con decorazioni floreali a
foglie d'edera come quelle descritte nelle due coppe rinvenute a Pompei
nel 1835.
Ed ecco qualche altra informazione su 'kantharos' (cantharus) e
'skyphos' (scyphus)(nota 2)
Kantharos (Cantharus)
Bronzo, argento
Coppa dal corpo ovoidale o emisferico, poggiante su un alto piede, con
due anse verticali slanciate, che talora sormontano l'orlo. Il corpo è
spesso decorato o con motivi vegetali o con scene figurate. Il cantharus
in argento con Tritoni e Nereidi da Pompei (nota 3), datato alla
metà del I sec. a.C., provvisto in modo inusuale di una sola ansa
sopraelevata con ricca decorazione, è un esempio della fioritura
dell'arte della cesellatura in età repubblicana. Sempre alla metà del I
sec. a.C. si datano il cantharus da Alesia decorato con tralci e i
canthari, un po' più tardi, decorati con tralci di ulivo, facenti parte
del servizio della Casa del Menandro, i quali presentano due anse
sopraelevate non saldate all'orlo, di forma tipicamente ellenistica. La
decorazione degli ultimi esemplari menzionati è eseguita a sbalzo, la
principale tecnica usata per la realizzazione delle decorazioni sui
recipienti più pregiati durante tutta la prima età imperiale.
Il tipo di bronzo a corpo bacellato può essere datato al I sec. d.C., in
base a confronti con affreschi pompeiani.
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kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini -
inc. di Giuseppe Marsigli-tavola 1 (part.)
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kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini -
inc. di Giuseppe Marsigli-tavola 2 (part.)
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Skyphos (Scyphus)
Bronzo, argento
Recipienti con bacino emisferico o ovale, con doppie anse, per lo più ad
anello impostate orizzontalmente presso l'orlo, piede largo e basso o,
più raramente appena rialzato. Di questi vasi potori, diffusissimi nella
versione in ceramica, sono note pochissime riproduzioni in metallo.
Talvolta sono di notevoli dimensioni, ad esempio come quelli in argento
con scene mitologiche da Hoby, che misurano più di 21 cm. di diametro.
Sono spesso decorati: o con soggetti mitologici come quelli con episodi
della vita di Bacco provenienti dalla Casa del Menandro, con scene
paesistiche, con allegorie o soggetti storici, come i due scyphi in
argento, di grande rarità del tesoro di Boscoreale (nota 4).
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skyphos: argento sbalzato con viticci e scene di animali
Tesoro di Boscoreale - Museo del Louvre
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skyphos: argento sbalzato con rami di platano
Tesoro di Boscoreale - Museo del Louvre
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Non so se l'ignoto argentiere romano del XIX secolo si sia ispirato
agli skyphos ritrovati a Pompei nel 1835 (probabilmente conservati al
Museo Archeologico Nazionale di Napoli) o a qualche altro esemplare
conservato in un museo di Roma. Quello che è certo invece è che questa
riproduzione ottocentesca mi ha dato modo di imparare qualcosa
sull'argenteria romana di 2000 anni fa.
Giorgio Busetto
note
(1) l'oncia napoletana era sia un'unità di peso che un'unità di misura. Questi sono i
corrispondenti valori decimali:
peso: 1 oncia è pari a gr. 26,72 - lunghezza 1 oncia è pari a cm. 2,79
Le corrispondenti misure dei vasi sono pertanto le seguenti:
vasi con manico 'orecchiuto':
peso gr. 641,2 - altezza ai manici cm. 18,1 - altezza alla bocca cm. 15,3
larghezza ai manici cm. 20,9 - larghezza alla bocca cm. 13,9
vasi con foglie di edera:
peso gr. 494,3 - altezza cm. 13,9
larghezza ai manici cm. 23,7 - larghezza alla bocca cm. 22,3
Le misure fornite da B. Quaranta devono essere prese con larga approssimazione, perchè, tanto per fare
un esempio, la larghezza con e senza lo 'sporto dei manici' dei vasi 'orecchiuti' non è coerente con i risultati
ottenuti rapportando le immagini degli stessi vasi nell'incisione di Giuseppe Marsigli.
(2) informazioni ricavate da: Ministero dei Beni Culturali - Vocabolario settoriale
campo OGTD della scheda RA a cura di L.M. Vigna: Contenitori in metallo e leghe metalliche
(3) si tratta probabilmente della coppa con Nereidi e Tritoni
fotografata alla mostra Convivium di Ravenna
(4) il 'Tesoro di Boscoreale' è stato scoperto nel 1895 in una villa
romana di Boscoreale (nei pressi di Pompei) sepolta dall'eruzione del
Vesuvio del 79 d.C.
109 pezzi di argenteria provenienti dal Tesoro di Boscoreale furono
donati dal Barone Rothschild al Museo del Louvre dove sono attualmente
conservati.
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