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of Antique Silver ASSOCIATION OF SMALL COLLECTORS OF ANTIQUE SILVER
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 English articolo # 40

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di Fredric Sinfield e Giorgio Busetto
 
(clicca sulle foto per ingrandire l'immagine)

UNA COPPA D'ARGENTO DALL'ANTICA ROMA
'SKYPHOS' (SCYPHUS)

Fredric Sinfield continua la sua collaborazione con l'ASCAS presentando un altro interessante pezzo di argenteria. In questo caso di tratta di:

'...una coppa d'argento larga 175 mm. compresi i manici, alta 110 mm. e pesante 535 grammi decorata a sbalzo con foglie e bacche di edera.
Sotto uno dei manici ci sono due punzoni, uno è quello con la mitria e le chiavi di S.Pietro incrociate usato nello Stato Pontificio.
L'altro è invece difficile da decifrare.

 

silver cup (skyphos)
 
coppa d'argento: riproduzione del XIX secolo da un antico modello romano
silver cup (skyphos) La coppa è una riproduzione del tardo '800 da un originale Greco-Romano, probabilmente rinvenuto in un sito archeologico in Italia e conservato in un museo di Roma.
Si tratta certamente di un oggetto destinato ai turisti del 'grand tour' (nota 1).
Ignoro sia il nome dell'argentiere sia quanti di questi oggetti furono prodotti.


 
coppa d'argento decorata con foglie e bacche di edera

silver hallmarks

punzoni
Papal State hallmark silversmith hallmark
Stato Pontificio: punzone con mitria e chiavi incrociate
punzone: G??D entro una losanga
Anche Barnards & Sons di Londra (nota 2) ha fatto pezzi analoghi (ne esistono con punzone del 1884) e nel libro 'The History of Silver' c'è una coppa conservata nel Museo di Saint Germain en Laye con analoghe decorazioni sulla base.
 

silver cup (skyphos) : Saint Germain en Laye Museum
 
coppa d'argento conservata nel Museo di Saint Germain en Laye (da 'The History of Silver')

Le decorazioni della coppa sono ispirate all'uso cui essa era destinata, in quanto l'edera era dedicata al dio Bacco, che spesso veniva rappresentato con il capo cinto da una corona di grappoli d'uva e di edera, ritenuta un rimedio contro gli effetti negativi dell'abuso di vino.
Non ho provato la ricetta, consistente nel bollire nel vino alcune foglie di edera, ma la soluzione più efficace è di fare un uso moderato dell'alcol....'

Fred Sinfield


note

(1) i nobili del XVIII e XIX secolo completavano la loro educazione con un viaggio attraverso l'Europa, chiamato 'Grand tour'. Esso poteva durare da qualche mese a qualche anno. Pertanto il 'Grand tour' poteva essere intrapreso solo da chi aveva una larga disponibilità sia di tempo che di denaro. Durante il viaggio i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura e l'arte dei paesi che visitavano.
La principale meta del 'Grand tour' era l'Italia ed il suo patrimonio di cultura e di antichità romane, oggetto in quell'epoca di grande ammirazione. Gli inglesi in particolare erano attirati dall'Italia per il loro amore delle antichità e dal desiderio di vedere di persona i monumenti dell'antica civiltà romana, come il Colosseo a Roma, e le sue meraviglie naturali, come l'eruzione del Vesuvio ed i suoi scavi archeologici di Pompei ed Ercolano.
(2) una delle più antiche ditte inglesi. Nota come Edward Barnard & Sons dal 1829 al 1910 e poi come Barnard & Son Ltd.
 




Pur trattandosi di una riproduzione ottocentesca tratta da un originale dell'antica Roma, questa coppa resta comunque un eccellente esempio di tecnica di lavorazione dell'argento.
Ho cercato pertanto di identificarne con maggior precisione i punzoni.

Questi sono i risultati:

Papal State hallmark Stato Pontificio: mitria papale e chiavi incrociate
bollo per lavori minuti per il titolo a 889 millesimi in uso dal 1815 al 20.9.1870
(punzone n. 156: Argenti Italiani dell'Ottocento vol. 1°- V.Donaver - R. Dabbene)

L'altro punzone risulta di difficile lettura. Sembra trattarsi di una losanga con all'interno le lettere G??D.
La losanga con all'interno numeri e lettere dell'alfabeto è un simbolo molto usato dagli argentieri attivi a Roma nell'800. Eccone alcuni esempi:

silversmiths hallmarks: Rome 19th century
G48B Baccani Giovanni - 1839-1844
G140B Boroni Giuseppe - 1797-1830
GI2C - Cellini Giosafat - 1767-1820
G15c Costaggini Giovacchino - 1790 - 1839
G28C Contini Gaetano II - 1821 . 1830
G37C Colein Giuseppe - 1843 - 1846
G46C Croce Giuseppe - 1781 - 1818
G152C Castellacci Girolamo - 1792 - 1816
G77D D'Achille Giovanni - 1819 - 1865
G103D Diotallevi Gregorio - 1815 - 1854 (il '3' è rovescio)
G50E Elmi Giuseppe - 1801 - 1834
G155F Ferrari Giuseppe - 1856 - 1860
G57G Grandi Giovanni Battista - 1835 - 1855
G12M Milani Giovanni Battista - 1853 - 1870
G27M Giuseppe Mazzini - 1804 - 1837
G112M Menazzi Girolamo - 1802 - 1835
G132M Miller Giuseppe - 1764 - 1818
G134M Mercandetti Giovanni - 1782 - 1834
GM94P Pelliccioni Giovanni Maria - 1784 - 1820
G43N Nobler Gaspare - 1842 - 1858
G51N Nicolai Giuseppe - 1793 - 1825
G53N Nelli Giuseppe II - 1826 - 1873
G4P Pollini Giuseppe - 1809 - 1862
 

La tavola è tratta da Argenti Italiani dell'Ottocento vol. 2°- V.Donaver - R. Dabbene, ma la mia impressione è che il punzone della coppa non corrisponde a nessuno di questi.

A questo punto mi sono posto un'altra domanda: come era chiamato nell'antichità questo tipo di coppa?

La mia prima idea era che si trattasse di un 'kantharos' analogo a quelli che avevo visto (e fotografato) qualche mese fa nella mostra 'Convivium' allestita a Ravenna nella Domus del Triclinio.

kantharos with embossed cherubs kantharos with embossed cherubs
kantharos with embossed Nereids and Tritons kantharos with embossed Nereids and Tritons

Museum description of Kantharos

descrizione di alcune opere esposte alla Mostra 'Convivium'
al punto 1 e 2 sono descritti i due 'kantaros'

Però, anche se l'aspetto generale è molto simile, la forma dei manici è diversa e questo mi ha indotto ad allargare la mia ricerca.
Mi sono ricordato allora di aver acquistato in una libreria antiquaria un fascicolo intitolato 'ANNALI CIVILI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE', stampato a Napoli nel 1836 e che contiene una relazione su 'DI QUATTORDICI VASI D'ARGENTO DISSOTTERATI IN POMPEI NEL MDCCCXXXV (1835)'.

Annali Civili del Regno delle Due Sicilie - 1835

L'articolo, firmato B.*** Q.*** (B. Quaranta) descrive in un italiano un po' aulico le circostanze del ritrovamento dei 14 vasi d'argento e dà una dettagliata descrizione degli oggetti, scrivendo tra l'altro:

estratto pagina 7
'....chiamerò Scifi i quattro indorati che assomigliano alla coppa di un calice, fornita di picciola base e dilicati manichi, quantunque ne' primi due sieno diversi da que' degli altri (a).
E di vero lo scifo ci viene descritto qual vaso rotondo ed alto, angusto alquanto al di sotto ed orecchiuto ancora, come dice Simonide..... '

 
(a) Ognuno degl'istoriai pesa once 24 napolitane, è alto once 6 1/2 fino alla sommità dei manichi, once 5 1/2 fino alla bocca, e largo nell'estremità della bocca once 7 1/2 compresovi lo sporto de' manichi, senza di questo once 5.
Di quelli poi circondati d'edera ognuno pesa once 18 1/2 è alto once 5, e largo nelle estremità della bocca once 8 1/2 compresovi lo sporto dei manichi, senza questo once 8. (nota 1)
I nostri lettori troveranno rappresentati i due primi, come i più belli, nelle tavole aggiunte alla nostra scrittura, tavole disegnate ed intagliate in rame dal valentissimo Signor Giuseppe Marsigli, professore onorario della Reale Accademia di Belle Arti, il cui sapere nel ritrarre fedelmente dell'antico è abbastanza conosciuto.
centaurs and cherubs centaurs and cherubs
kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini - Tavola prima
incisione di Giuseppe Marsigli pubblicata su Annali Civici - Napoli 1836
kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini - Tavola seconda
incisione di Giuseppe Marsigli pubblicata su Annali Civici - Napoli 1836

Anche se l'indicazione non è del tutto corretta (i due vasi con 'sporto de manichi' sono dei 'kantharos'), l'uso del termine 'scifi' mi ha permesso di individuare la corretta definizione di 'skyphos' per quei vasi che...
 

estratto pagina 11
....Simili a questi per grandezza e forma sono due altri scifi, se non che hanno i manichi tali da poter riuscire più comodi ficcandovi un dito, e per figure non altro che foglie d'edera con tanta grazia avvoltevi intorno, da parere che aspettino un solo spirar di vento per muoversi.
estratto pagina 12
Gli artisti ricordavano con questo ornamento il costume che avevasi d'inghirlandare i vasi da bere con serti di fronde e di fiori. E questi serti solevano essere d'ellera, poichè in essa i corimbi mescolati alle foglie formano graziosissimo fregio. Del quale erano decorate e la tazza promessa dal capraio di Teocrito a Tirsi se avesse cantato Dafni, ed il famigerato vaso di Alcimedonte descritto da Virgilio. Credevasi ancora che l'edera potendo calmare i dolori del capo, fosse di amuleto agli smodati bevitori. Perciocchè sebbene Ammonio e Trifone avessero dubitato se ella era di caldo o di freddo apportatrice; pure da Plutarco sappiamo che Bacco fu creduto medico appunto per avere il primo insegnato ad inghirlandarsi con l'edera la cui freschezza allontanava il soverchio calore del vino....


L'esatta denominazione della coppa di Fredric Sinfield è quindi 'skyphos' (scyphus) e, per di più, è lavorata con decorazioni floreali a foglie d'edera come quelle descritte nelle due coppe rinvenute a Pompei nel 1835.

Ed ecco qualche altra informazione su 'kantharos' (cantharus) e 'skyphos' (scyphus)(nota 2)

Kantharos (Cantharus)
Bronzo, argento
Coppa dal corpo ovoidale o emisferico, poggiante su un alto piede, con due anse verticali slanciate, che talora sormontano l'orlo. Il corpo è spesso decorato o con motivi vegetali o con scene figurate. Il cantharus in argento con Tritoni e Nereidi da Pompei (nota 3), datato alla metà del I sec. a.C., provvisto in modo inusuale di una sola ansa sopraelevata con ricca decorazione, è un esempio della fioritura dell'arte della cesellatura in età repubblicana. Sempre alla metà del I sec. a.C. si datano il cantharus da Alesia decorato con tralci e i canthari, un po' più tardi, decorati con tralci di ulivo, facenti parte del servizio della Casa del Menandro, i quali presentano due anse sopraelevate non saldate all'orlo, di forma tipicamente ellenistica. La decorazione degli ultimi esemplari menzionati è eseguita a sbalzo, la principale tecnica usata per la realizzazione delle decorazioni sui recipienti più pregiati durante tutta la prima età imperiale.
Il tipo di bronzo a corpo bacellato può essere datato al I sec. d.C., in base a confronti con affreschi pompeiani.

kantharos. enbossed silver with centaurs and cherubs kantharos. enbossed silver with centaurs and cherubs  
kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini - inc. di Giuseppe Marsigli-tavola 1 (part.)
kantharos: argento sbalzato con scena di centauri ed amorini - inc. di Giuseppe Marsigli-tavola 2 (part.)
 
Skyphos (Scyphus)
Bronzo, argento
Recipienti con bacino emisferico o ovale, con doppie anse, per lo più ad anello impostate orizzontalmente presso l'orlo, piede largo e basso o, più raramente appena rialzato. Di questi vasi potori, diffusissimi nella versione in ceramica, sono note pochissime riproduzioni in metallo. Talvolta sono di notevoli dimensioni, ad esempio come quelli in argento con scene mitologiche da Hoby, che misurano più di 21 cm. di diametro. Sono spesso decorati: o con soggetti mitologici come quelli con episodi della vita di Bacco provenienti dalla Casa del Menandro, con scene paesistiche, con allegorie o soggetti storici, come i due scyphi in argento, di grande rarità del tesoro di Boscoreale (nota 4).
skyphos from Boscoreale treasure skyphos from Boscoreale treasure  
skyphos: argento sbalzato con viticci e scene di animali
Tesoro di Boscoreale - Museo del Louvre
skyphos: argento sbalzato con rami di platano
Tesoro di Boscoreale - Museo del Louvre
 

Non so se l'ignoto argentiere romano del XIX secolo si sia ispirato agli skyphos ritrovati a Pompei nel 1835 (probabilmente conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) o a qualche altro esemplare conservato in un museo di Roma. Quello che è certo invece è che questa riproduzione ottocentesca mi ha dato modo di imparare qualcosa sull'argenteria romana di 2000 anni fa.
Giorgio Busetto


note

(1) l'oncia napoletana era sia un'unità di peso che un'unità di misura. Questi sono i corrispondenti valori decimali:
peso: 1 oncia è pari a gr. 26,72 - lunghezza 1 oncia è pari a cm. 2,79
Le corrispondenti misure dei vasi sono pertanto le seguenti:
vasi con manico 'orecchiuto':
peso gr. 641,2 - altezza ai manici cm. 18,1 - altezza alla bocca cm. 15,3
larghezza ai manici cm. 20,9 - larghezza alla bocca cm. 13,9
vasi con foglie di edera:
peso gr. 494,3 - altezza cm. 13,9
larghezza ai manici cm. 23,7 - larghezza alla bocca cm. 22,3
Le misure fornite da B. Quaranta devono essere prese con larga approssimazione, perchè, tanto per fare un esempio, la larghezza con e senza lo 'sporto dei manici' dei vasi 'orecchiuti' non è coerente con i risultati ottenuti rapportando le immagini degli stessi vasi nell'incisione di Giuseppe Marsigli.
(2) informazioni ricavate da: Ministero dei Beni Culturali - Vocabolario settoriale campo OGTD della scheda RA a cura di L.M. Vigna: Contenitori in metallo e leghe metalliche
(3) si tratta probabilmente della coppa con Nereidi e Tritoni fotografata alla mostra Convivium di Ravenna
(4) il 'Tesoro di Boscoreale' è stato scoperto nel 1895 in una villa romana di Boscoreale (nei pressi di Pompei) sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
109 pezzi di argenteria provenienti dal Tesoro di Boscoreale furono donati dal Barone Rothschild al Museo del Louvre dove sono attualmente conservati.

Fredric Sinfield
Giorgio Busetto - www.silvercollection.it
- 2005 -