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by Claudio Morelli and Giorgio Busetto
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CINQUE SECOLI DI PUNZONI DELL'ARGENTO NAPOLETANO

L'uso della bollatura degli argenti a Napoli risalirebbe al XIV secolo durante il regno di Giovanna I d'Angiò. Il primo riconoscimento ufficiale di cui esiste documentazione ufficiale risale però al 1437 ed è il previlegio alla marcatura dell'argento rilasciato dal Re Alfonso d'Aragona all'orefice Paolo di Roma.

Nel corso dei secoli successivi la Corporazione degli Orefici divenne potentissima, tanto che, il Vicerè Conte di Sant'Esteban, il 19 agosto 1690, promulgò "La Prammatica LVII De Monetis". Detta legge imponeva la concentrazione a Napoli e per un'area di 40 miglia intorno alla città stessa di tutte le attività inerenti la lavorazione dei metalli preziosi, stabilendo il titolo dell'argento in dieci oncie di coppella e due oncie di lega per ogni libra (833,33).
   (a destra) ritratto di Giovanna I° Regina di Napoli dal 1343 al 1381  
Giovanna I° Regina di Napoli dal 1343 al 1381
A garanzia della bontà del metallo, sugli oggetti lavorati si dovevano riportare i seguenti bolli:
1) bollo della corporazione degli orefici
2) iniziali del nome e cognome del Console in carica con l'aggiunta di una "C"
3) iniziali dell'argentiere (il cognome per esteso è più frequente nel XIX secolo).

L’obbligo di apporre i bolli di garanzia comprovava la qualità dell’argento e l’avvenuto pagamento dei tributi dovuti allo Stato ed alla Corporazione.
Era responsabilità dei Console d’Arte l’esecuzione corretta delle punzonature. Essi venivano scelti, in numero di due, tra gli argentieri più affermati e duravano in carica un anno.
Il Console, sentito il Saggiatore (quando la prova di bontà consisteva nella fusione di una piccola parte d’argento che veniva asportata dall’oggetto in esame, in modo di poter accertare le percentuali di argento e lega presenti) o il Toccatore (se la prova era da effettuarsi su piccoli oggetti, per cui veniva impiegata la pietra di paragone) apponeva il proprio bollo ed eventualmente quello di chi aveva effettuato la verifica.

IL BOLLO DELLA CORPORAZIONE

Il bollo della corporazione degli orefici è consistito sino a circa il 1690 nell'abbreviazione "NAP" o "NAPL" o "NA" (quest'ultima solo dal 1680) sormontata da una corona.
Dal 1690 al 1699 sotto l'abbreviazione di Napoli sono state aggiunte le ultime due cifre dell'anno.
Dal 1700 invece, la data è stata indicata riportando le ultime tre cifre dell'anno. Sono note peraltro alcune eccezioni, 1729 - 1732 - 1735, in cui l'anno è stato indicato in quattro cifre.
I punzoni, oltre che per la data, si differenziano comunque anche per la forma della corona.
Questo tipo di punzone è rimasto in vigore sino al 1808.
Naples, mark  c.1437 Naples, mark c- 1465 Naples, mark used in the 16th century Naples, mark used from 1619 to 1680 c. Naples, mark used from 1680 to 1690 Naples, mark used in 1694
c. 1437
c. 1465
XVI secolo
1619 / 1680 c.
1680 / 1690
1694
Naples, mark used in 1702 Naples, mark used in 1710 Naples, mark used in 1739 Naples, mark used in 1745 Naples, mark used in 1786 Naples, mark used in 1808
1702
1710
1739
1745
1786
1808
IL BOLLO DEL CONSOLE

Il punzone del console consisteva nelle sue iniziali seguite dalla lettera "C" in un'unica riga (dove la lettera "C" indicava trattarsi del bollo consolare).
Per questo punzone è stata usata la forma rettangolare sino alla fine del XVII secolo (l'ultimo è stato quello del console Marcantonio Di Benedetto eletto nell'agosto del 1700).
Successivamente il punzone ha assunto forme diverse: quadrata, tondeggiante, ovale, vagamente triangolare, esagonale. In quasi tutti i casi però la lettera "C" risulta impressa a parte su una riga diversa (sotto a quella delle iniziali)
Naples, mark of console Domenico Mazzola Naples, mark of console Salvo Gambardella Naples, mark of console Melchiorre Maturano Naples, mark of console Giuseppe Cangiani Naples, mark of console Aniello Simioli Naples, mark of console Nicola Della Noce
Domenico
Mazzola
c. 1588
Salvo
Gambardella
c. 1605
Melchiorre
Maturano
1653-1683
Giuseppe
Cangiani
1690
Aniello
Simioli
1713
Nicola
Della Noce
1700
Naples, mark of console G.Battista D'Aula Naples, mark of console  Domenico Antonio Guariniello Naples, mark of console Gennaro De Blasio Naples, mark of console Nicola De Blasio Naples, mark of console Aniello Guariniello Naples, mark of console Giuseppe Guariniello
G.Battista
D'Aula
1702
Domenico Antonio
Guariniello
1719
Gennaro
De Blasio
1740
Nicola
De Blasio
1750
Aniello
Guariniello
1753
Giuseppe
Guariniello
1757
IL BOLLO DELL'ARGENTIERE

Per la marcatura della propria produzione l'argentiere usava punzone consistente nelle iniziali del proprio nome e cognome. Le iniziali erano su una o due righe, intervallate o meno da punti di separazione, entro un contorno molto semplice (spesso rettangolare). Nel XIX secolo alcuni argentieri hanno usato un punzone con il proprio nome indicato per esteso.
A differenza di gran parte delle altre regioni italiane, non risulta che a Napoli sia stata seguita la tradizione di affiancare alle iniziali l'illustrazione del simbolo della bottega.
Andrea Blasio - XVIII secolo Angelo De Luca - XVIII secolo Giovanni Casolla - XIX secolo Gennaro Iaccarino - XIX secolo
Andrea Blasio
XVIII secolo
Angelo De Luca
XVIII secolo
Giovanni Casolla
XIX secolo
Gennaro Iaccarino
XIX secolo
LA DOMINAZIONE FRANCESE

Con l’invasione napoleonica, nel Regno di Napoli, i nuovi governanti, prima Giuseppe Bonaparte (1805 – 1808) ma soprattutto Gioacchino Murat (1808 – 1815) riformano integralmente l’attività legata alla lavorazione dell’oro e dell’argento. Vengono sciolte le Corporazioni per cui vengono liberalizzate le attività ed imposto il sistema decimale, sul modello francese di cui alla legge 19 brumaio anno VI del calendario napoleonico (9 novembre 1797).

In data 17 dicembre 1808, legge n. 242, vengono fissati i nuovi titoli per l'oro e per l'argento. Per quest'ultimo i titoli sono due: 917/000 e 834/000. Sopra ogni lavoro venivano impressi tre bolli:

· del titolo di garanzia;
· del saggiatore;
· del fabbricante

Il bollo del titolo, uguale per tutto il Regno di Napoli, raffigura un volto di donna, vista frontalmente e che rappresenta la sirena Partenope. Con la testa di Partenope vengono apposti i numeri arabi che vanno dall'uno al cinque. I primi tre rappresentano i titoli dell'oro, il 4 e il 5 i due titoli dell'argento, rispettivamente 917 e 834 millesimi.
Punzone I titolo 917/000 Punzone II titolo 834/000 Punzone II titolo 834/000
Punzone I titolo
917/000
Punzone II titolo
834/000
Questo sistema di punzonatura resterà in vigore anche dopo la cessazione dell'occupazione francese e durerà fino al 1823.

Durante questo periodo vennero usati anche altri particolari punzoni costituiti da una "V" o da una "S" (accoppiate al "4" o al "5"). Nella letteratura consultata l'uso e la natura di questi punzoni risulta controversa.
Alcuni autori (Donaver-Dabbene e Ugo Donati) riportano la "S" come il simbolo usato per marcare l'argento di provenienza estera e la "V" come quello per marcare l'argento "vecchio". Al contrario, Elio e Corrado Catello non fanno cenno alla punzonatura dell'argento proveniente dall'estero e riportano la "S" come il marchio usato per contrassegnare l'argento "vecchio".


LA RESTAURAZIONE BORBONICA

1824-1832
In seguito alla constatata esistenza di false punzonature, in data 15 dicembre 1823, a firma del Re Ferdinando I°, viene promulgato il "Decreto che prescrive l’uso di un nuovo bollo pè lavori di oro e di argento" n. 881.
Per cui dall'1 gennaio 1824 viene abolito il precedente sistema di bollatura adottando, sia per le manifatture del regno che per le manifatture di provenienza estera, un nuovo punzone raffigurante la testa di Partenope guardante a destra. I titoli, per l’argento, sono due, rispettivamente rappresentati dalle cifre arabe:

· n. 7 pè lavori di argento in mill. 916 o once 11
· n. 8 pè lavori di argento in mill. 833 o once 10

Accanto alla testa di Partenope veniva talvolta impresso l'emblema del saggiatore. Per gli argenti di provenienza estera, avente titolo inferiore a 833/000 e sino a 666/000 con la testa di Partenope viene anche impressa la lettera E. Al disotto di quest’ultimo titolo gli oggetti vengono rotti e restituiti.
Punzone I titolo 917/000 Punzone II titolo 834/000 Punzone argenti esteri
argento I titolo
917/000
argento II titolo
834/000
argenti
esteri
1832-1872
Con decreto n. 723 del 26 gennaio 1832, per gli articoli realizzati nel Regno al di qua del Faro, viene stabilito di aggiungere, al punzone di garanzia, (profilo di Partenope) la lettera N per Nostrale, al fine di differenziare ulteriormente la produzione interna da quella estera.
Punzone I titolo 917/000 Punzone II titolo 834/000 Punzone argenti esteri Punzone argenti esteri
argento I titolo
917/000
argento II titolo
834/000
argenti
esteri
argenti
esteri
1839-1872
Con decreto n. 5207 del 4 marzo 1839 viene stabilito apposito bollo per gli oggetti sacri, dedicati al culto. Il simbolo della Croce in vece dei profili femminili.
Argenti di culto: Punzone I titolo 917/000 Argenti di culto: Punzone II titolo 834/000
Argenti di culto
I titolo 917/000
Argenti di culto
II titolo 834/000
Pur entrando a far parte del Regno d'Italia nel 1861 Napoli ha mantenuto il proprio sistema di punzonatura sino al 1872.

Con la Legge 2 maggio 1872 venne liberalizzata la lavorazione dell'argento, introducendo solo un sistema di punzonatura facoltativa per la verifica del titolo del metallo.
Punzone I titolo 950/000 Punzone II titolo 900/000 Punzone III titolo 800/000
argento I titolo
950/000
argento II titolo
900/000
argento III titolo
800/000
Claudio Morelli and Giorgio Busetto
- 2011 -